30 Apr PREMIO TERCAS ARCHITETTURA 1996-97
… una danza nel verde “momix” è danza planimetrica tra le belle alberature esistenti, tutte conservate, e gli scenografici ruderi di Villa Clemente: gli allineamenti di progetto sono imposti dal reticolo botanico di palme e pini secolari. L’intera superficie occupata dal nuovo edificio viene restituita come giardino pensile: un mantello verde si solleva dal parco, caratterizza nuovi luoghi collettivi, proteggendoli dai rumori della ferrovia, copre il nuovo edificio salendo fino alla terrazza di Villa Clemente dove offre una visione sul mare e sulle colline verdi all’intorno. Un prato verde che avvolge i semplici volumi della struttura polivalente è l’affermazione di una architettura essenziale che si pone l’obiettivo di riavvicinare l’uomo alla natura.
L’IDEA DI PROGETTO Il progetto è strutturato dal rigoroso rispetto delle preesistenze architettoniche e naturalistiche; ruderi e alberi formano un unicum inscindibile. I ruderi non sono stati sentiti come “limiti” ma come elementi da coinvolgere in una appassionata ricerca di continuità tra vecchio e nuovo. “momix” conserva le tracce di Villa Clemente, le restaura e le reintegra secondo il “codice murario” delle strutture preesistenti; la Villa recuperata diventa quinta scenografica del nuovo complesso polivalente. I preziosi esemplari botanici presenti nel parco sono stati tutti conservati e valorizzati; la loro disposizione planimetrica ha imposto gli allineamenti del nuovo edificio. Attraverso i numerosi vincoli delle preesistenze, con un “contorsionismo” planimetrico sinuoso ed elegante, volumi sobri e continui cingono uno spazio di verde pubblico; un giardino pensile rampicante, con la sua massa terrosa, risulta dei volumi di scavo, assorbe ogni forma di inquinamento acustico proveniente dalla ferrovia, protegge con muri di pietra e con fronde ombrose gli utenti del parco e delle nuove strtture. In alto, al culmine della passeggiata sul verde, vi è la riappropriazione visuale del mare e delle colline all’intorno.
FORMA E SIMBOLISMO La forma della nuova architettura evolve dalla terra verso il cielo. Emerge dal giardino preesistente. Si annulla tra i ruderi di Villa Clemente. E’ una conchiglia che anela alla spirale, all’infinito. E’ una sirena dormiente. E’ un volume che non ingombra. E’ un ritmo, una collina, un mantello d’erba, una passeggiata tra architettura e natura; la nuova architettura diviene mediazione tra cielo e terra, tra materiale e immateriale.
L’ACCESSO DAL MARE Roseto è citta di mare a forte vocazione turistica; “momix” considera l’accesso dal mare come momento privilegiato per la riscoperta del complesso di Villa Clemente; dall’uscita del sottopasso ferroviario si potrà percorrere ogni metro quadrato dell’intera area. Le coperture sono infatti tutte praticabili; non si sottrae terreno alla natura.
RISPETTO DEL BANDO Le norme contenute nel bando sono state rispettate così come la vigente legislazione regionale e nazionale. Gli accessi all’area sono stati studiati in funzione dei mezzi di sicurezza. Sono state eliminate le barriere architettoniche. La distanza dalla ferrovia è ottenuta dall’allineamento con gli altri edifici esistenti; in ogni caso, essendo i nuovi volumi completamente interrati, la normativa risulta facilmente derogabile. Le superfici coperte e i volumi ottenuti sono quelli necessari al corretto svolgimento delle manifestazioni collettive e culturali . L’essenzialità e la riconoscibilità delle idee e dei principi che hanno ispirato “momix” permettono una facile risoluzione di eventuali esigenze di variazione planimetrica e/o altimetrica.
CONVEGNI, MUSICA, TEATRO (l’interno) L’ingresso principale alla struttura polivalente avviene nel cuore del parco anche in funzione del percorso di collegamento al mare; da qui una sequenza di antri, scale, passaggi, ci conducono alla grande caverna, sala per 600 posti a sedere. Il fondale scenografico ci è dato da Villa Clemente, consolidata, reintegrata, restaurata. Vecchio e nuovo si fondono per dare vita ad una nuova architettura. Le funzioni strettamente legate alle esigenze della nuova struttura polivalente sono integrate da ampi spazi di relazione usabili come spazi espositivi. L’ingresso di Villa Clemente, su via Nazionale, con la sua rappresentatività ed autonomia potrà servire principalmente la Sala del Consiglio-riunioni, da 118 posti, situata al suo interno; l’atrio di ingresso, con i suoi due balconi affacciati sul palcoscenico, costituisce un ampliamento scenografico che sarà usato in particolari manifestazioni teatrali.
GIOCO E FESTE (l’esterno) L’intera area circostante Villa Clemente viene riproposta a verde. Con accesso dal sottopassaggio e da via Nazionale si trovano spazi per sedersi, per passeggiare, per vedere il mare. In posizione baricentrica una grande area per il gioco dei bambini è completata dal “media wall”, uno schermo digitale su cui passano non solo “info-city” ma anche “cartoon” e fiabe per bambini.
CARATTERISTICHE BIOCLIMATICHE Crediamo che una nuova architettura debba riavvicinare le persone con l’ambiente nel quale abitano e lavorano o nel quale semplicemente soggiornano durante i mesi estivi; ambiente che spesso viene percepito solo come contenitore indifferente. I principi bioclimatici di “momix” hanno anche l’obiettivo di stimolare ed interessare gli utenti attraverso gli aspetti ecologici e le componenti tecnologiche innovative che il progetto contiene. L’edificio è stato pensato fin dall’inizio come un organismo vivente; anche nella sua vaga somiglianza ad un sistema crostaceo primordiale; durante l’uso dovrà mantenere condizioni interne ottimali con il minimo dispendio di energia. Lo sfruttamento dei principi bioclimatici si è tradotto nell’uso accorto di poche pareti finestrate, nello studio dello spessore dei muri, nell’uso di una copertura erbata, nel raffrescamento del clima interno attraverso la ventilazione e l’evaporazione.
LA VENTILAZIONE In una città di mare a clima temperato e caldo come Roseto degli Abruzzi (clima estivo) una particolare importanza deve essere data alla ventilazione, che diviene il primo dei parametri attraverso i quali è possibile regolare il microclima interno; prese d’aria, più fresca e deumidificata, sono state disposte in basso, lungo le pareti a Nord, lontane dalla ferrovia, in comunicazione con le camere di ventilazione poste al di sotto delle gradonate. Bocche di immissione azionate da moti convettivi dovuti a depressione naturale sono situate nella sala da 600 posti. L’espulsione dell’aria calda avviene sia in alto, attraverso le griglie del “portico solare”, sia lateralmente, attraverso gli spazi concavi delle murature perimetrali e, ancora, attraverso la torre esistente.
L’EVAPORAZIONE Una serie di irrigatori-nebulizzatori posti sopra la copertura erbata, oltre che alimentare la crescita arborea, creano una evaporazione che raffredda la superfici e riflette parte della radiazione solare. Una serie di tubazioni, poste sotto il pavimento della sala e collegate con la vasca esterna, raffreddano le superfici di calpestio interne, riducendone l’effetto radiante. Le stesse tubazioni saranno usate per il riscaldamento invernale. Il sistema di circolazione individuato, del tipo a ciclo chiuso, è mosso dai pannelli fotovoltaici costituenti il “portico solare”. La capacità di raffrescamento evaporativo del sistema viene sfruttata anche durante la notte, aumentando così fino a tre volte la dissipazione del calore accumulato dalla massa termica durante il giorno.
IL SISTEMA DI CONTROLLO L’apporto energetico, la regolazione dei nebulizzatori e la gestione delle aperture potrà essere efficacemente effettuata da una serie di sensori esterni ed interni collegati ad un sistema di controllo a rete neurale in grado di comandare i vari servomeccanismi attuatori in base alla loro effettiva efficacia di intervento e alle necessità di climatizzazione dell’impianto principale.
L’ERBA COME SISTEMA DI COPERTURA Della suggestione e della funzione architettonica del mantello verde si è già detto precedentemente; qui aggiungiamo che una copertura realizzata con un giardino pensile ha maggiore durata, possiede notevole capacità isolante e il suo costo è spesso comparabile o di poco superiore a quello di soluzioni di copertura e pavimentazione tradizionali. Vengono qui illustrati in sintesi i fattori di validità tecnologica, ecologica ed economica, conseguiti da “momix”: -riutilizzo dei materiali porosi provenienti dalle demolizioni nello strato drenante e di accumulo idrico; -riutilizzo del terreno proveniente dagli scavi di fondazione; -protezione dal rumore della ferrovia e delle strade; -miglioramento del microclima interno ed esterno; -filtraggio delle polveri e fissaggio di sostanze nutritive utili alle piante sia dall’aria che dall’acqua piovana; -durata maggiore del sistema di impermeabilizzazione; -elevato isolamento termico e quindi risparmio energetico, funzionamento più economico degli impianti di climatizzazione e di riscaldamento; -acquisizione di notevoli superfici di calpestio da destinare ad attività ludiche, ricreative, didattiche, di riconciliazione con la natura.
ACUSTICA LA PROTEZIONE ESTERNA Il progetto di protezione acustica è connesso strettamente all’architettura stessa. La massa di terreno proveniente dagli scavi di fondazione viene riutilizzata addossandola ai nuovi volumi verso il lato ferrovia. Si genera così un sistema passivo alla diffusione del rumore tra la sorgente sonora e il complesso di progetto che sfrutta risorse semplici ed economiche. Il sistema viene perfezionato da pannelli di calcestruzzo, alleggerito con argilla espansa, disposti lungo il limite dell’area. La rugosità caratteristica del cls con argilla lavata realizza un insieme di piccole camere acustiche intercomunicanti che, unite alla superficie a greca, realizza elevate prestazioni di assorbimento acustico. Alberature ed arbusti integrano il profilo di interferenza delle onde sonore contribuendo a creare una vista piacevole anche per i passeggeri dei treni come pure per i residenti all’intorno.
ACUSTICA LA DIFFUSIONE INTERNA Il progetto acustico del complesso polivalente è basato sull’esigenza di una corretta udibilità dei relatori durante assemblee e convegni che allo stesso tempo offra un volume riverberante per le rappresentazioni teatrali e per le manifestazioni canore e sinfoniche. Per il rafforzamento del suono si è pensato ad un sistema tipo “pewback” adatto a questo ampio spazio. Consiste nella installazione di piccoli altoparlanti diffusi lungo pareti e gradonate; ogni altoparlante serve più sedute e fornisce un rinforzo chiaro delle onde sonore provenienti dal palco. Il grande volume, le pareti laterali alveolari e curve, il sistema gradonato delle sedute, le cavità di ventilazione, amplificheranno suoni vivi e ricchi. Il rivestimento di alcune pareti e del solaio di copertura con pannelli fonoassorbenti e fonoisolanti eliminerà il fruscio (flutter) così come la superficie ruvida del rivestimento in pietra sulla parete che separa il foyer dalla sala.
STRUTTURE PORTANTI Villa Clemente verrà restaurata ed integrata secondo tecniche tradizionali: consolidamento ed adeguamento delle fondazioni, ricostruzione dei solai e delle scale con ammorsature nelle murature preesistenti, pulizia, rabboccatura e stilatura dei mattoni di facciata. Il nuovo complesso polivalente avrà strutture in calcestruzzo strutturale leggero isolante armato e gettato in opera caratterizzato da grandi pareti curvilinee; queste variano lungo il perimetro secondo una “funicolare di carico” e sono in effetti degli archi parabolici che, grazie alla forma, conferiscono leggerezza e resistenza all’insieme. Le pareti curve sono costituite da due strati, interno (spess. cm.15) ed esterno (spess. cm.30), collegati da costole di spessore variabile (da 40 a 60 cm.), con una spaziatura dettata dalla geometria radiale di base. Le cavità interne saranno a tratti riempite da polistirolo espanso, secondo le esigenze di isolamento e di acustica, a tratti lasciate vuote per favorire sia la ventilazione naturale che il passaggio degli impianti. Lo stesso sistema “alveolare” verrà usato per la copertura consentendo la rigidità della struttura con il minor peso possibile.
CALCOLO DEI COSTI “momix” si attiene a quanto stabilito nel bando riuscendo a contenere la spesa nel limite di 4 miliardi; l’esposizione del preventivo è stata fatta secondo il modulo allegato al bando. Si è reso comunque necessario un computo dettagliato che può essere fornito a richiesta.
gli spazi recuperati
TOTALE SUPERFICIE UTILE NETTA MQ.2170
TOTALE SUPERFICIE COPERTA MQ.1180
VOLUME COMPLESSIVO v.p.p. MC.13800
VOLUME FUORI TERRA v.p.p. MC. 9300
+ 3800 mq. di sistemazioni esterne e 820 di copertura attrezzata (giardino rampicante)
MUNICIPIO di ROSETO degli ABRUZZI
Piazza della Repubblica, 64026 ROSETO degli ABRUZZI (Teramo)
PREMIO TERCAS ARCHITETTURA
XI EDIZIONE 1996-97
contrassegnati dal motto: “momix”
a) n°6 Tavole di progetto, dim.70×100 cm., fissate su supporto rigido, così elaborate: a.1) Pianta Q. 0.00, scala 1.100 a.2) Piante Q.-4.00, Q.+4.00, scala 1.100 a.3) Prospetti, scala 1.100 a.4) Sezioni, scala 1.100 a.5) Planimetria Generale, scala 1.200 + Prospettive a.6) Caratteristiche costruttive + Prospettive b) Relazione illustrativa, 6 cartelle f. Uni A4 c) Stima sommaria dei costi d) Presentazione del Progetto, 1 cartella f. Uni A4 e) Copia fotost. (elaborati punto “a”), piegata Uni A4 f) Riduzione in B/N (elaborati punto “a”), f. Uni A3 g) Diapositive (elaborati punto “a”), f. 24×36 mm.