13 Dic NOTE METODOLOGICHE
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Articolo tratto da “Il recupero dell’architettura e del paesaggio in Irpinia – Manuale delle tecniche di intervento”, a cura di Angelo Verderosa | De Angelis Editore, Avellino 2005
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Note metodologiche
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Premessa
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Il territorio dell’Irpinia è oramai, in gran parte, classificato come zona sismica di prima categoria.
Intervenire nei centri storici per il recupero degli edifici in muratura comporta a priori la necessità di una analisi strutturale volta ad indagare i “punti deboli” di ciascun edificio: fondazioni disomogenee, murature non ammorsate e con prevalenza di ciottoli, malte decoese, solai in legno marciti, travi di colmo precarie, travi spingenti, canne fumarie interne alle murature, aperture non allineate, tagli postumi, superfetazioni e sovraccarichi, ecc.
Il progetto di recupero deve risolvere ovvero “migliorare” le debolezze individuate; i meccanismi di collasso, in fase sismica, seguono le vie di minor resistenza ovvero amplificano le debolezze dell’edificio, a seconda del grado di intensità della scala Mercalli, fino a produrre lesioni e crolli; deve inoltre perseguire un completamento strutturale, una “ricostruzione” a regola d’arte mirata a risolvere le deficienze individuate nel rispetto del lessico architettonico e strutturale originale.
L’esperienza mostra che una costruzione muraria ben fatta, con ammorsature fra pareti ortogonali, tra queste e i solai, con tetti tirantati, non soggetta a gravi dissimmetrie, è in grado di resistere a forze orizzontali anche considerevoli; sono molti i centri storici, anche in Alta Irpinia (ad esempio Nusco, Bagnoli, Castelvetere) che sono stati colpiti da terremoti negli ultimi secoli e dove ancora ci sono fabbricati e interi comparti edilizi ben costruiti e quindi ben conservati.
Nell’Irpinia del dopo-terremoto si è, spesso, intervenuti con la sovrapposizione di lastre di cemento armato alle murature esistenti, con perforazioni ed armature di barre di acciaio, devastando gli assetti originari, compromettendo, irreparabilmente, quella simbiosi tra aspetti linguistici e aspetti meccanici: occultate le pietre, persi i rapporti tra pieni e vuoti, alterate le geometrie interne ed esterne; procedure invasive e pareti rigide capaci di resistere, forse, alle prime deformazioni ma pronte a scollarsi dalle murature nelle successive fasi sismiche.
Lo stesso si è fatto con i solai; aboliti quelli in legno, sono state realizzate solette di cemento armato che hanno appesantito l’organismo strutturale introducendo potenziali martellamenti ed eccessive rigidezze a cui le murature non sono in genere abituate.
In nome dell’adeguamento sismico si è sottratto agli abitanti il senso e il piacere dell’abitare in un organismo coerente, a contatto con i materiali naturali, la pietra delle murature, il legno dei solai e delle coperture.
Mancanza di cultura specifica del recupero in zona sismica e disposti della legge 219/81 hanno fatto sì che in Irpinia si recuperasse ben poco; i meccanismi economici legati ai contributi governativi premiavano la demolizione e ricostruzione anziché il recupero; ecco allora alcuni centri storici ricostruiti con il cemento armato ma con l’aspetto della muratura; eccone altri completamente abbandonati in favore di una villetta nei cosiddetti piani di zona.
I progetti di recupero finora condotti in Irpinia, di seguito documentati, dimostrano che con incrementi di costo di circa il 20% si riesce a recuperare anziché demolire e ricostruire in cemento armato; l’edilizia “minore” e “rurale”, spesso, non è oggetto di vincolo: anche attraverso i meccanismi economici bisogna convincere i privati a seguire la strada del recupero; è importante lavorare sui costi perché se i costi del recupero sono troppo alti vi è il rifiuto dell’intervento; bisogna individuare e saper comunicare i valori aggiunti legati a questo tipo di interventi: restituzione di una architettura e di una “immagine” storica, ri-utilizzo dei materiali provenienti da svellimento e tagli, utilizzo di materiali naturali ecologici: pietra, legno, cotto, da lasciare possibilmente a vista, impiego di manodopera locale tradizionale; significa anche mettere in moto meccanismi diffusi di addestramento delle maestranze oltre che di crescita economica e di plusvalenza territoriale.
Per contro, bisogna specificare che attraverso il cosiddetto “miglioramento” non si perviene a costruzioni perfettamente antisismiche; perfettamente antisismici però non lo sono nemmeno gli edifici ricostruiti finora in cemento armato: l’evoluzione normativa, la riclassificazione sismica, la recente Ordinanza 3274, ne sono una conferma …
L’obiettivo degli studi finora svolti in Irpinia, a partire dai Borghi della Terminio-Cervialto, e le esperienze di cantiere maturate, permettono di proseguire una ricerca, incanalata nel solco nazionale aperto da Antonino Giuffrè, volta ad eliminare le sorgenti di danno che si manifestano quando viene un terremoto e che provocano danni enormi nell’edilizia minore e rurale.
Intervenire ad esempio sulle carpenterie dei tetti, in sede preventiva o manutentiva, non rende la costruzione antisismica, però può ridurre danni e vittime in fase sismica.
Su questa strada, oltre che restituire un patrimonio storico, insito nella immagine e nella tecnica, alla collettività, si possono individuare una larga serie di interventi “pratici”, capaci di ridurre, forse anche in misura considerevole, l’entità dei danni connessi al sisma.
Le opportunità progettuali ed economiche offerte dalle misure connesse ai P.O.R. Campania permettono di salvaguardare “per tempo” il patrimonio scampato al disastro del 1980; permettono di sconfiggere, forse, la “fatalità”.
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Disciplinare di intervento
Sono di seguito illustrati parte di quelle tecniche di “miglioramento” di cui in premessa; inoltre sono documentate significative esperienze di cantiere che hanno permesso di testare man mano quanto codificato fino alla attuale stesura delle schede operative, tradotte in disegni, soprattutto particolari costruttivi, voci di computo metrico, norme di capitolato, schede disciplinari.
Il “manuale” nasce come una sorta di disciplinare tecnico di cantiere, strumento contrattuale tra stazione appaltante e impresa, applicato dall’ufficio di direzione dei lavori.
Verificato e monitorato durante ogni fase costruttiva, lo stesso disciplinare è stato emendato, aggiornato e riappaltato; e questo più volte, dal 1998 ad oggi: il “manuale” contiene una versione “ultima”, avvertendo che già nei nuovi cantieri in corso (luglio 2005) si ripropongono ulteriori modifiche e affinamenti.
Nessuna pretesa di esaustività, quindi, ma processo completamente aperto agli input che derivano, in itinere, dai luoghi, dai singoli fabbricati, dagli utenti, dalle destinazioni d’uso, dai materiali reperibili, dalla capacità delle maestranze, dai fondi disponibili, dall’aggiornamento normativo.
Occorre intervenire con speciale e rinnovata passione, forte sensibilità ad ascoltare il luogo ed esperienza per inserirsi nei particolari contesti storici e naturalistici senza contaminarne il “genius loci”; ogni nuovo intervento deve essere calibrato, essere riconoscibile come segno della nostra epoca, inserirsi armonicamente senza apparire estraneo al luogo.
Non esistono regole fisse, nemmeno per le rimozioni o le aggiunte; in questo senso il “codice di pratica” è una contraddizione di termini: occorre valutare singolarmente ogni intervento, affermando sempre la sicurezza statica e il rispetto dei luoghi, dell’habitat e dell’architettura.
In questo senso quanto segue è una “testimonianza” di esperienze che ha l’obiettivo di contribuire alla ricerca di una teoria ancorata alla pratica, capace di riunificare conservazione ed innovazione.
Consolidamento statico
Il D.L.vo 22 gennaio 2004, n°42 – Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio -, all’art.29, definisce “… per restauro si intende l’intervento diretto sulla cosa volto a mantenere l’integrità materiale e ad assicurare la conservazione e la protezione dei suoi valori culturali. Nel caso di beni immobili situati nelle zone dichiarate a rischio sismico in base alla normativa vigente il restauro comprende l’intervento di miglioramento strutturale”.
Si prospettano, nel rispetto del citato D.L.vo, le seguenti tipologie di intervento strutturale, articolate in due macro-categorie:
INTERVENTI sulle MURATURE: comprendono sia quelli sulle strutture verticali (in fondazione ed in elevazione) sia sulle strutture voltate; tra gli interventi compresi in questa categoria rientrano anche quelli di apposizione di tirantature in acciaio (catene e relativi capochiavi).
Consolidamento di murature esistenti
Consolidamento di volte ed archi
Taglio di murature per messa in sicurezza e/o aperture vani
Muratura di integrazione con l’utilizzo di conci di recupero listati con mattoni pieni
Chiusura di vani impropri
Esecuzione di architravi e piattabande
Tirantature in acciaio per la sicurezza in fase sismica
INTERVENTI sui SOLAI: in questa categoria sono inclusi gli interventi su tutti gli orizzontamenti (di calpestio, di sottotetto, di copertura); si prevedono in genere solai lignei anche in copertura.
E’ utile ricordare le “Raccomandazioni relative agli interventi sul patrimonio monumentale a tipologia specialistica in zone sismiche”, emanate dal Comitato Nazionale per la Prevenzione del Patrimonio Culturale dal Rischio Sismico, giugno 1986: “l’obbiettivo degli interventi sul patrimonio monumentale, per quanto attiene alla sicurezza alle azioni sismiche, è assimilabile al miglioramento”.
Gli interventi sono rivolti a sanare i difetti originari della costruzione, risolvendo gli effetti accumulati tra naturale degrado e danni provocati da azioni esterne e manomissioni, facendo in modo che le caratteristiche della costruzione, anche migliorate, rimangano della stessa natura di quelle originarie e che i miglioramenti strutturali presentino un lessico costruttivo coerente con quello originario.
I sistemi fondazionali finora indagati nei centri di altura, dove vi è un unicum tra roccia e costruzione, benché variegati secondo le esigenze di adattamento proprie dei diversi corpi di fabbrica, non presentano in genere problematiche strutturali rilevanti.
La buona capacità tecnica dei costruttori originari, ad esempio a Castelvetere, é testimoniata dalla conservazione dei vari corpi di fabbrica e dalla loro resistenza offerta al sisma del 1980; questo non dovunque: la concatenazione tra azioni sismiche, erosione naturale dovuta ai frequenti cicli di gelo e disgelo (oltre che a neve, pioggia, vento, sole), assenza di manutenzione, ha comunque provocato distacchi parietali, perdita di continuità della muratura, accelerazione di fenomeni di degrado.
Per intervenire occorre quindi esperienza sia nel campo del consolidamento in zona sismica che nel campo del restauro architettonico: gli interventi specifici per l’aumento della resistenza alle forze orizzontali vanno dalla effettuazione delle iniezioni di miscela cementizia, all’applicazione di catene o di tirantature, soprattutto orizzontali, all’inserimento di diatoni di legatura, di sottofondazioni, di cordoli sommitali, al rifacimento dei solai lignei, ecc.
Restauro architettonico
Ogni progetto di restauro, sulla scorta dei rilievi e della documentazione raccolta, è stato rivolto alla ricomposizione volumetrica degli antichi manufatti e alla rifunzionalizzazione edilizia e impiantistica, a seconda delle destinazioni d’uso individuate dalla committenza.
Negli interventi illustrati di seguito, metodologicamente, si è proceduto preventivamente alla esecuzione di rilievi topografici e architettonici, di indagini geologiche, di opportuni saggi murari e ripetuti sopralluoghi al fine di accertare compiutamente lo stato dei luoghi.
Le diverse fasi progettuali hanno approfondito le tematiche costruttive, la stima dei costi e la scrittura delle norme contrattuali; in cantiere, è stato opportuno ricordare che ogni struttura architettonica è sempre un sistema complesso, costituito da elementi e materiali diversi, in relazione tra loro in modo spesso inscindibile, seppure ognuno con una sua funzione differente: strutturale, funzionale o decorativa.
E’ stato sempre valutato lo stato di consistenza degli elementi di finitura: paramenti esterni, cornicioni, scale e rampe, serramenti, decorazioni interne, pavimentazioni in funzione di un loro reintegro o riproposizione sia in analogia che per contrasto.
E’ stata sempre analizzata la realtà globale di ogni ambito di intervento, in considerazione dei sottili equilibri che nel tempo si sono creati con l’ambiente naturale e con quello antropizzato, con la finalità di preservarne il valore complessivo e la testimonianza storica.
Le varianti progettuali in corso d’opera hanno dovuto tener conto dei ritrovamenti, a volte di interesse archeologico, e delle “sorprese”, spesso di natura strutturale, celate da intonaci e false murature non sempre indagabili in fase preventiva.
Criteri di stima economica
La fase di stima economica dei costi è inscindibile dalle varie fasi progettuali e da essa dipende la garanzia di una esecuzione dei lavori e l’eliminazione del contenzioso con le impresa appaltatrici. Di norma si procede con l’utilizzo di prezzi che, pur facendo riferimento al vigente Prezzario Lavori Pubblici della Regione Campania, tengano conto delle notevoli difficoltà di accesso alle aree, dei processi di cantierizzazione, della particolarità delle opere.
Sono occorsi, ad esempio, nel caso di alcuni dei borghi della terminio-Cervialto, tipologie di ponteggio specifiche per le asperità orografiche insite nei luoghi e per la presenza di roccia acuminata e affiorante; sono stati possibili solo scavi a mano e spesso in roccia; fabbricati spesso riempiti di masserizie abbandonate, legna da ardere e ciarpame: sono occorse rimozioni senza la possibilità di puntellamenti e conseguenti trasporti a spalla.
Sulla scorta delle esperienze finora condotte si è riscontrato un parametro economico di circa 900 €./mq. per opere di consolidamento statico, restauro architettonico, adeguamento impiantistico e finiture; il costo parametrico è riferito ai soli lavori a base d’asta e rapportato alla sola superficie netta; a questo riguardo si consideri che il rapporto tra superficie netta e superficie lorda, nei fabbricati finora recuperati, è pari a 1:2
Unita’ funzionali e fasi di cantiere
La seguente sequenza descrittiva, utile quale orientamento cronologico per la consultazione delle schede di seguito illustrate, si può ritenere esemplificativa per un comparto o un singolo fabbricato; si ritiene opportuno, per brevità, non riportare le fasi connesse all’impiantistica.
Installazione cantiere
Preparazione area stoccaggio
Installazione gru
Montaggio ponteggi lungo il perimetro esterno
Rimozione di terriccio e macerie
Allestimento baraccamenti
Allestimento area stoccaggio
Consolidamento preventivo dei paramenti pericolanti
Piani terranei e livelli superiori
Svuotamento e rimozione macerie da ambienti esistenti
Puntellamento archi, volte, solai
Spicconatura residui di intonaci, valutazione puntuale in loco
Consolidamento murature esistenti
Esecuzione piattabande e architravi
Consolidamento archi, volte, solai
Integrazioni murarie
Scavo per la realizzazione del vespaio
Realizzazione di vespaio in tavellonato di altezza almeno cm.50
Consolidamento e integrazione parziale sistema fondale
Tagli per apertura o rettifica vani porte e finestre
Trattamento di deumidificazione delle pareti, ove necessario
Intonaci a base di calce idraulica
Ripristino dei gradini delle scale di accesso e delle soglie
Nuovi gradini e soglie in pietra locale bocciardata, antiscivolo
Pavimentazione con mattonelle di cotto o klinker negli ambienti abitabili
Pavimentazione con battuto di cocciopesto nei locali terranei e non abitabili
Pareti a vista con intonaco a base di cocciopesto, senza successiva pitturazione
Infissi esterni in legno, portoni di accesso in ferro e vetro
Porte interne con telaio di alluminio e vetri acidati
Impermeabilizzazione terrazzi
Pavimentazione terrazzi in lastre di pietra levigata
Bauletti e Balaustre
Scale
Originarie
Oltre quanto elencato in relazione a svellimenti, intonaci e infissi
Pulitura e restauro degli elementi lapidei di eventuali manufatti originari
Pavimentazione dei piani di sosta in pietra locale bocciardata
Interne, di progetto
Scale interne in acciaio verniciato con pedate in legno massello
Ringhiere in fili di acciaio
Pavimentazione superfici piane in pietra locale o cotto
Esterne, tipo antincendio
Scale esterne in acciaio verniciato con pedate in grigliato di acciaio tipo orsogrill
Ringhiere in fili di acciaio
Servizi igienici
Oltre quanto elencato in relazione a svellimenti, intonaci e infissi
Rivestimento pareti in mattonelle ceramiche bianche
Pezzi igienici in porcellana bianca, del tipo a parete, sospesi
Rubinetterie in acciaio inox dotate di sensori ed automatismi
Arredi funzionali, specchio, dosasapone, asciugamani elettrico, ecc.
Coperture
Struttura in legno massello, tavolato, pannelli termoisolanti, tavolato
Guaine ardesiate
Rifacimento cornicioni con tecniche tradizionali
Rimontaggio coppi con integrazione
Facciate
Eliminazione delle superfetazioni, delle alterazioni e dei distacchi di intonaco esistenti, ripristino con intervento di finitura del sottofondo mediante rasatura
Restauro dei paramenti esistenti, pietra-intonaco, evitando spicconature ed alterazioni delle stratificazioni esistenti
Rifacimento cornicioni con tecniche tradizionali
Integrazione con intonaco a base di sabbia di fiume fine e calce idraulica, con scialbatura manuale, evidenziata
Eventuali tinteggiature di raccordo cromatico con prodotti a base di calce idraulica e ossidi naturali
Gronde, pluviali, scossaline in rame naturale
Lavorazioni particolari, da valutare a seconda dei casi
Lavori di deumidificazione
Realizzazione di sottofondazioni e vespai
Realizzazione di nuove pavimentazioni ovvero restauro di quelle esistenti
Restauro di intonaci, elementi e paramenti lapidei, opere in ferro e serramenti in legno
Regole e norme tecniche, orientamenti generali, diagnosi
Oltre ai requisiti richiesti dalla legislazione normativa nazionale, regionale e locale che regola l’attività di urbanizzazione, di edificazione e trasformazione del patrimonio edilizio, il Progetto di consolidamento e restauro deve rispondere con particolare attenzione alle Carte ed alle Leggi che regolano in generale la materia:
Carta Europea del Patrimonio architettonico (Amsterdam, 1975)
(1 – Il patrimonio architettonico … non è formato soltanto dai nostri monumenti più importanti, ma anche dagli insiemi degli edifici che costituiscono le nostre città e i nostri villaggi tradizionali nel loro ambiente naturale o costruito).
D.L.vo 22 gennaio 2004, n°42 – Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio
LEGGE QUADRO sui LL.PP. e Regolamento di attuazione
Le varie fasi di progettazione sono assoggettate alle normative vigenti in materia di esecuzione dei lavori pubblici ed in particolare alla Legge Quadro in materia: L.109/94 e Regolamento di Attuazione Dpr. 554/99.
STRUTTURE, MATERIALI, SOVRACCARICHI
Azioni sulle strutture
CNR-UNI 10012/81: “Azioni sulle costruzioni”
D.M. 12.2.1982: “Criteri per la verifica della sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi”
Circolare Min. LL.PP. n. 22631 del 24.5.1982: “Istruzioni per i carichi, sovraccarichi e criteri per la verifica di sicurezza delle costruzioni”
Murature
D.M. 20.11.1987 : “Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento”
Circolare Min. LL.PP. n. 30787 del 4.1.1989: “Istruzioni in merito alle norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento ”
Sismica
Legge n. 64 del 2.2.1974: “Provvedimenti per le costruzioni, con particolari prescrizioni per le zone sismiche”
D.M. 16.1.1996: “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”
Comitato nazionale per la prevenzione del patrimonio culturale dal rischio sismico – Ministero per i beni culturali ed ambientali – 29 ottobre 1996
“Norme tecniche per la redazione di progetti di restauro relativi a beni architettonici di valore storico-artistico in zona sismica”
Circolare Min. LL.PP. n. 65/AA.GG. del 10.4.1997: “Istruzioni per l’applicazione delle Norme Tecniche per le costruzioni in zone sismiche di cui al D.M. 16.1.1996”
Aggiornamento della classificazione sismica dei Comuni della Regione Campania
Deliberazione di Giunta Regionale n° 5447 del 07 novembre 2002
Ordinanza n°3274 del 20 marzo 2003 come modificata dall’OPCM 3431 del 3 maggio 2005: “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”
Strutture in Acciaio e cemento armato
CNR-UNI 10011/88
D.M. 14.2.1992: “Norme tecniche per l’esecuzione delle opere di cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche”
Cicolare Min. LL.PP. n. 37406/STC del 24.6.1993: “Istruzioni per l’applicazione delle Norme tecniche per l’esecuzione delle opere di cemento armato, normale e precompresso, e per le strutture metalliche di cui al D.M. 14.2.1992”
D.M. 9.1.1996: “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso, e per le strutture metalliche”
Cicolare Min. LL.PP. n. 252 AA.GG/STC del 15.10.1996: “Istruzioni per l’applicazione delle Norme tecniche per l’esecuzione delle opere di cemento armato, normale e precompresso, e per le strutture metalliche di cui al D.M. 14.9.1.1996
CNR-UNI 10011/88
Strutture in legno
SS UNI U40.06.198.0 7.1989. Strutture in legno. Legno massiccio in dimensioni d’uso strutturale. Determinazione di alcune proprietà fisiche e meccaniche
UNI ENV 1995-1-1 2.1995 Eurocodice 5. Progettazione delle strutture in legno
DIN 1052 1996. Secondo le indicazioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
UNI EN 338 3.1997. Legno strutturale. Classi di resistenza
ACCESSIBILITA’ per le persone con problemi di VISTA
Art.27 della legge n°118 del 30 marzo 1971
D.M. LL.PP. 236/89 di attuazione della Legge 13/89
DPR n°503/96
PREVENZIONE INCENDI
“Verifica delle Attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco”, elenco del D.M. 16.2.1982 ed elenco tabelle A e B del D.P.R. 689/59.
IMPIANTI ELETTRICI
-L.5 marzo 1990, n°46, “Norme di sicurezza degli impianti”, al D.P.R. 6 dicembre 1991, n°447, “Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990, n°46 in materia di sicurezza degli impianti”, nonché rispetto delle indicazioni delle guide dell’Ente italiano di unificazione (UNI) e del CEI, delle norme di costruzione e di esercizio degli impianti elettrici e delle altre norme (ENPI), che regolano l’esecuzione degli impianti elettrici.
PUBBLICA ILLUMINAZIONE
D.P.R. del 19.03.56 n°303
Per l’abbattimento dell’inquinamento luminoso si è fatto riferimento alla Legge Regione Campania n°12 del 25.7.2002, pubblicata sul Bollettino Ufficiale n°37 del 5.82002 “Norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso e del consumo energetico da illuminazione esterna pubblica e privata a tutela dell’ambiente, per la tutela dell’attività svolta dagli osservatori astronomici professionali e non professionali, e per la corretta valorizzazione e illuminazione dei centri storici”.
IGIENE del LAVORO (e salubrità degli ambienti)
“Norme generali per l’igiene del lavoro” emanate con D.P.R. 19 marzo 1956, n°303, in quanto le attività di lavoro (leggi anche attività abitative, educative) sono equiparabili alle attività soggette di cui all’art.1 del citato D.P.R.
La materia delle prevenzione rientra attualmente tra le attribuzioni delle aziende sanitarie locali in applicazione della legge 23 dicembre 1978, n°833.
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BIBLIOGRAFIA di riferimento
Manuali e codici
L’UNIVERSITA’ PER GESUALDO
a cura di Gabriella Caterina e Virginia Gangemi
Liguori Editore
Napoli, 1985
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Antonino Giuffrè
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Università degli Studi “La Sapienza”, Facoltà di Architettura, Dipartimento Ingegneria Strutturale e Geotecnica
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SICUREZZA E CONSERVAZIONE NEI CENTRI STORICI, IL CASO DI ORTIGIA
Antonino Giuffrè
Editori Laterza
Bari, 1993
Manuale del recupero del Comune di Roma, 2^ ed.
a cura di Grancesco Giovanetti
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Roma, 1997
CODICE DI PRATICA PER LA SICUREZZA E LA CONSERVAZIONE DEL CENTRO STORICO DI PALERMO
Antonino Giuffrè, Caterina Carocci
Editori Laterza
Bari 1999
IL RESTAURO STRUTTURALE IN ZONA SISMICA
Michele Candela
Gangemi Editore
Reggio Calabria, 2001
RESTAURO E CONSOLIDAMENTO
Aldo Aveta, Stella Casiello, Francesco La Regina, Renata Picone
MANCOSU EDITORE srl
Roma, 2005
Consolidamento e Restauro
DIAGNOSI DEI DISSESTI E CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI
Giuseppe Fiengo
Ed. Scientifiche Italiane
Napoli, 1978
I PIANI DI RECUPERO NEI CENTRI STORICI
a cura di M. Giuseppina Gimma
in “atti del convegno e mostra ANIASPER”
BeMa Editrice
Roma, 1987
RESTAURO IN IRPINIA, trenta edifici recuperati nella Diocesi di Avellino
a cura di Giuseppe Muollo e Giovanni Villani, Soprintendenza BAAAS di SA-AV
De Luca Edizioni d’Arte
Roma, 1989
CASI DI RESTAURO DI MONUMENTI ALLO STATO DI ROVINA
Roberto Di Stefano
In “Restauro 103/1989”
Ed. Scientifiche Italiane
Napoli, 1989
Calitri, RILEVAMENTO DELL’ESPOSIZIONE e della vulnerabilità sismica degli edifici nel P.d.R. del centro storico
a cura di Vito De Nicola e Nora Scirè, Soprintendenza BAAAS di SA-AV – C.N.R.
Valsele Tipografica
Materdomini, 1990
NUOVE STATEGIE di protezione sismica per edifici monumentali:
il caso della Collegiata di San Giovanni Battista a Carife
a cura di Federico M. Mazzolani e Alberto Mandara
Soprintendenza BAAAS di SA-AV
Edizioni 10/17
Salerno, 1992
La Cattedrale ed il complesso arcivescovile di S.Angelo dei Lombardi, eventi e cantieri per una storia dell’architettura in Irpinia
Michele Campisi
in “CIVILTA’ ALTIRPINA”, anno IV, n°2/93
Poligrafica Irpina
Nusco, 1993
RESTAURO e RICOSTRUZIONE della CHIESA MADRE di CAIRANO
Angelo Verderosa
Edizioni Curia Arcivescovile di S.Angelo d.L. – Pannisco
Calitri, 1994
Il RECUPERO della EX-FORNACE di LATERIZI di S.ANDREA di CONZA
Angelo Verderosa
AAA Edizioni – Pannisco
Calitri, 1996
Restauro e sicurezza in zona sismica, la Cattedrale di S.Angelo dei Lombardi
Antonino Giuffrè
in “Palladio”, n°1/88
Roma, 1998
La Chiesa e il Convento del SS. Rosario a Gesualdo, l’esperienza di un restauro con le tecniche tradizionali
a cura di Cinzia Vitale, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
De Angelis Editore
Avellino, 2002
Rischio sismico, paesaggio, architettura: l’Irpinia, contributi per un progetto
a cura di Donatella Mazzoleni e Marichela Sepe
CRdC A.M.R.A.
Napoli, 2005
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