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RIBASSI sulla SICUREZZA

RIBASSI sulla SICUREZZA

 Nella nostra regione si continuano ad appaltare opere di edilizia pubblica sulla scorta di prezziari vecchi di 10 anni; nonostante i prezzi non aggiornati le imprese offrono ribassi del 30%. Si lavora cioè a metà prezzo. Per procedere nell’appalto si devono fare economie in ogni parte dell’opera; la prima economia che si fa in un cantiere è risparmiare sulle misure di sicurezza. La seconda è utilizzare manodopera sfornita di assicurazioni e contratti. La terza è utilizzare materiali di scarsa qualità.La quarta è interrompere i lavori e fare causa all’ente (90% di probabilità di vincere la causa, a 10 anni di distanza).Viviamo uno stato e un’economia che non crede nell’importanza delle opere pubbliche tantomeno dell’architettura civile.Si fanno annunci e propaganda sulle opere finanziate e appaltate, non si parla mai di opere ultimate nei tempi previsti e realizzate con qualità.Diverse regioni italiane hanno varato leggi che impediscono di appaltare opere pubbliche con il massimo ribasso; diverse sentenze hanno stabilito che non si possono utilizzare prezziari non aggiornati. La nostra regione non si adegua perchè i ribassi provenienti dalle opere pubbliche servono per coprire i buchi della sanità e del piano rifiuti. Nella nostra regione si stanno realizzando in questo periodo migliaia di alloggi residenziali pubblici (ovvero edilizia economica e popolare nell’ambito del programma “eliminazione dei prefabbricati del sisma 1980”) con un costo medio –netto- di 350 euro al metro quadrato; un’abitazione di 90 mq. la si vorrebbe realizzare con 31.500 euro circa. In questa cifra sono compresi: sicurezza, ponteggi, scavi, trasporti, strutture in cemento armato, impianti, muri, intonaci, pavimenti, infissi, ecc.. Con la stessa cifra a Milano si realizza un metro quadrato di pavimento in legno o di balaustra in vetro; negli altri paesi della Comunità Europea con la stessa cifra si fanno forse massetti e coibenti sotto i pavimenti per contenere le dispersioni energetiche …La morte sui luoghi di lavoro si eliminerà se il processo edilizio troverà un suo giusto riconoscimento ed equiibrio, se politica e amministratori riconosceranno il giusto valore alle opere pubbliche di importanza sociale.     

Le leggi vigenti che obbligano all’utilizzo e al controllo del casco in cantiere sono solo un palliativo per tenere la coscienza a posto; un vano esercizio per far finta di essere in una società civile.

 

scritto per comunità provvisoria 11.12.2007

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