13 Giu La ex-FORNACE in “COSTRUIRE in LATERIZIO”
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La ex-FORNACE in “COSTRUIRE in LATERIZIO” n°56/97, articolo a firma di MARIO LOSASSO
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La fornace di laterizi di S. Andrea di Conza si presentava come aggregazione di diversi corpi di fabbrica, realizzati in fasi successive, con materiali e geometrie diverse; ogni corpo si relazionava alla fabbrica “principale” contenente il forno interrato e la sovrapposta ciminiera.
Il terremoto del 1980 aveva aggiunto ulteriore precarietà alle già povere e vetuste strutture preesistenti. Nel 1980 crollò buona parte della ciminiera danneggiando le sottostanti coperture lignee, sostituite, nel 1981-82, con capriate metalliche e lamiera di acciaio zincato.Le murature perimetrali erano costituite da una tessitura di mattoni di diverse fogge, quasi un campionario della stessa produzione; erano tutti forati per facilitare la circolazione costante dell’ aria necessaria per i processi di raffreddamento ed essiccazione.
I solai di copertura originari erano costituiti da una struttura portante in travi lignee non squadrate con sovrapposto tavolato di castagno e manto di coppi laterizi.
All’interno il fulcro architettonico e lavorativo era costituito dalla “pista” interrata del forno di tipo Hoffmann (unico superstite dell’ intero meridione), con i suoi condotti di aria, i settori rotatori di caricamento e la camera del fuoco. I mattoni venivano cotti con legna e carbone attraverso un ciclo continuo di carico e scarico interrotto solo dal terremoto del 1980.
Il recupero dei tre corpi dell’ ex-fornace di S. Andrea è stato attuato attraverso l’uso di tipologie di intervento tra loro diverse. Elementi di continuità tra le stesse sono affidati alle geometrie sottese, ai materiali usati, alla fluidità spaziale interna; elementi di discontinuità sono leggibili nella diversa articolazione funzionale dei singoli corpi, nel gioco delle luci, negli impianti, nelle superfici, nelle trame e nei colori.
Del corpo principale sono stati conservati i maggiori elementi: i pilastri in pietra e mattoni, il forno interrato, la ciminiera. Le antiche pareti del forno, consumate dal fuoco, sono state integralmente conservate con i disallineamenti originari e il fondo è stato pavimentato con mattonelle di cotto listate con fasce di pietra locale. Il volume che si è venuto a configurare trasmette alla memoria le sensazioni dell’aria e del fuoco e si presta in maniera e confortevole (apprezzabile è anche lo studio illuminotecnica affrontato in sede progettuale) all’ allestimento di mostre fotografiche, di pittura e scultura.
La ciminiera, per ragioni di sicurezza sismica, è stata interamente smontata e ricostruita intorno a un nucleo in c.a. che si erge a vista fino all’altezza di 23 metri (altezza della ciminiera prima del sisma). Nello sviluppo verticale, fino a di 13 metri, il corpo cilindrico è stato rivestito riutilizzando i mattoni arcuati originari. L’ ex capannone annesso al corpo del forno, sede della filiera e degli stampi, è stato ricostruito con utilizzando materiali “leggeri”. Il bianco degli elementi strutturali in acciaio, pilastri, capriate, lamiera recata di copertura, esalta il giallo cadmio del semicerchio generato dalle gradonate; circa 250 persone possono sedere comodamente in occasione di manifestazioni pubbliche. La sala (conferenze, teatro, feste,…) è contaminata da presenze tecnologiche ed informatiche e una passerella in acciaio di sezione triangolare, attraversa le capriate sopportando le linee impiantistiche, dignitosamente denunciate a corredo di una operazione di recupero contemporaneo.
Il cosiddetto corpo “C”, sorge in luogo del vecchio deposito di legna e carbone, superfetazione aggiunta nel tempo e costituita da una tettoia su terreno. La mancanza di una preesistenza forte e la voglia di contaminazione misurata hanno prodotto qui un volume tecnico interamente in cemento armato a vista e intonaco colorato, simbolo di un possibile nuovo ingresso verso monte e punto di partenza per una ulteriore ampliamento del nuovo centro di attività socio educative rappresentato dall ex-fornace di S. Andrea di Conza.
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