08 Mar abbazia del goleto 09 | I RESTAURI fino al 1992
9. I RESTAURI fino al 1992
dai primi lavori del 1975 ai primi restauri post terremoto
Dopo la soppressione dell’Abbazia nel 1807 iniziò un periodo di spoglio dei beni e di abbandono. Nel 1832 si provò a riaprire il monastero. Nel 1903 l’Arcivescovo Tomasi fece ricostruire alcune stanze per l’alloggio del cappellano, distrutte poi da un incendio nel 1918. Negli anni settanta, con l’arrivo di P. Lucio furono interessati molti enti pubblici, il Ministero della P.I., la Cassa per il Mezzogiorno, il Provveditorato alle OO.PP., la Soprintendenza ai Monumenti della Campania, gli ufffici regionali. Nel 1975, sventato un progetto per attrezzature sportive, si avviò un primo lotto di lavori, ben documentati nei manoscritti e nelle foto di P.Lucio (ricostruzione della foresteria adiacente alla cappella di S. Luca, ricostruzione del piano terra del convento femminile, copertura in cemento armato della cappella di S.Luca).
Dopo il terremoto del 1980, per il consolidamento statico della cappella di S.Luca, intervenne la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze col preside, Prof. Salvatore Di Pasquale.
Successivamente, fino al 1992 ca., i lavori furono portati avanti dalla Soprintendenza di Avellino e Salerno con incarico affidato dal dirigente Arch. Mario De Cunzo all’Arch. Carmine Gambardella (ricostruzione dell’ex convento maschile, sistemazione dello scalone di accesso – pavimentazioni e ruderi della Chiesa del Vaccaro, sistemazione a terrazzo del secondo livello dell’ex convento femminile, ricostruzione parziale dei Casali, pavimentazioni varie in pietrame, sistemazione a giardino del chiostro femminile, sistemazione del viale di accesso).
En
9. THE REPAIRS up to 1992
From the first works in 1975 to the first repairs after the earthquake
After the abolition of the Abbey in 1807 a period of pillage of the goods and of carelessness began. In 1832 they tried to reopen the monastery. In 1903 the archibishop Tommasi had some rooms rebuilt for the chaplain’s lodging; they were destroyed later by a fire in 1918. In the 70s, with the arrival of Father Lucio many public bodies, the Ministry of Education, the Cassa per il Mezzogiorno, the Superintendence office of OOPP, the Superintendence to the Monuments of Campania, the regional offices were interested. In 1975, after baffling a plan for sports equipment, a first lot of works started, well documented in the manuscripts and photos of Father Lucio (rebuilding of the guest-rooms next to the chapel of Saint Luke, rebuilding of the ground floor of the nunnery, covering in reinforced concrete of the chapel of Saint Luke).
After the earthquake occurred in 1980, the faculty of architecture of Florence with the dean, professor Salvatore Di Pasquale intervened for the static strengthening of the Chapel of Saint Luke. Afterwards, up to 1992 about, the works were kept on by the Superintendence of Avellino and Salerno with task entrusted to the architect Carmine Gambardella by the manager architect Mario De Cunzo (rebuilding of the ex-monastery, settling of the great staircase of admittance, floorings and ruins of the Church of Vaccaro, terraced settling of the second level of the ex-nunnery, partial rebuilding of the farm-houses, various pavings in heap of stone, settling as a garden of the female cloister, settling of the entry avenue).
Fr
9. LES RESTAURATIONS jusqu’à l’an 1992
Depuis les premiers travaux de 1975 aux premières restaurations post tremblement de terre
Après la suppression de l’Abbaye en 1807 on a eu une période de spoliation des biens et d’abandon. En 1832 on cherche à rouvrir le monastère. En 1903 l’archevêque Tomasi fit reconstruire quelques chambres pour le logement du chapelain détruites ensuite par un incendie en 1918. Dans les années soixante-dix avec l’arrivée de P. Lucio beaucoup d’organismes d’intérêt public furent intéressés: le Ministère de la P.I. la Caisse du Midi, l’Inspection aux OO.PP la Surintendance aux momuments de la Campania, les bureaux régionaux. En 1975, un projet pour les équipements sportifs fut éventé, on commença alors un premier lot de travaux bien documentés dans les manuscrits et dans les photos de P. Lucio (reconstruction du quartier des étrangers adjacent à la chapelle de S. Luc, reconstruction du rez – de – chaussée du couvent féminin, couverture en c.a. de la chapelle de S. Luc).
Après le tremblement de terre de 1980, pour la consolidation statique de la chapelle de S. Luc on a eu l’intervention de la Faculté d’Architecture de l’Université de Florence avec le doyen prof. Salvatore Di Pasquale.
Successivement, jusqu’à l’an 1992 les travaux furent poursuivis par la Surintendance d’Avellino et Salerno avec charge confiée par le dirigeant Arch. Mario De Cunzo à l’Arch. Carmine Gambardella (reconstruction de l’ex couvent masculin, arrangement du grand escalier d’accès – parquetages et ruines de l’Eglise de Vaccaro, arrangement à terrasse du deuxième niveau de l’ex-couvent féminin, reconstruction partielle des hameaux, parquetages variés en pierraille, arrangement à jardin du cloître féminin, arrangement de l’allée d’accès.
De
9. DIE RESTAURIERUNGEN BIS DEM JAHR 1992
Von den ersten Arbeiten im Jahr 1975 bis zu den ersten Restaurierungen nach dem Erdbeben
Nach der Schließung der Abtei, 1807, begann eine Zeit von Entwendung der Güter und der Verwahrlosung. 1832 versuchte man, das Kloster wieder zu öffnen. 1903 ordnete der Erzbischof Tomasi den Wiederaufbau einiger Räume, für die Unterkunft des Kaplans, an, die später 1918 durch einen Brand zerstört wurden.
In den siebziger Jahren, mit der Ankunft von P. Lucio, wurden viele öffentliche Institutionen interessiert: das Bildungsministerium, die Investitionshilfe für Süditalien, das Provinzial Amt für öffentlichen Arbeiten, das Amt für Denkmalspflege in Kampanien, die regionalen Ämter.
Nachdem 1975 ein Projekt für sportliche Ausrüstung vereitelt wurde, fingen die ersten Arbeiten an, wie die Manuskripte und die Fotos von P. Lucio beweisen (Wiederaufbau des Gästehauses, angrenzend an die Kapelle des Hl. Lukas, des Erdgeschoßes des Frauen-Klosters, die Abdeckung mit Eisenbeton der Kapelle des Hl. Lukas).
Nach dem Erdbeben im Jahr 1980, setzte sich die Fakultät für Architektur der Universität von Florenz mit seinem Dekan, Prof. Salvatore di Pasquale, für die statische Befestigung der Kapelle des Hl. Lukas ein.
Später, bis zum Jahr 1994 zirka, wurden die Arbeiten von dem Amt für Denkmalspflege in Avellino und Salerno fortgeführt, für die vom Architekten Mario De Cunzo der Architekt Carmine Gambardella beauftragt wurde (Wiederaufbau des ehemaligen Männer-Klosters, Restaurierung der großen Haupttreppe – Fußboden und Ruine der Kirche des Vaccaro, Terrassengestaltung des zweiten Niveaus des ehemaligen Frauen-Klosters, Teilwiederaufbau der Bauernhäuser, verschiedene steinige Pflasterungen, Gestaltung eines Gartens im Kreuzgang der Nonnen, Umbau der Eingangsallee).
approfondimenti
sui restauri post-terremoto
Nel suo saggio del 1972, Stella Casiello auspicava la sistemazione del complesso, suggerendo l’esecuzione di limitati rafforzamenti statici, necessari per evitare ulteriori rovine, sottolineando l’improponibilità di qualsiasi completamento e l’urgenza di salvaguardare quanto ancora conservato.
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Circa le recenti ricostruzioni, si noti che le pareti dei corpi di fabbrica che chiudevano a levante e a meridione il «claustro» delle donne erano conservate quasi interamente. Degli orizzontamenti rimaneva traccia nei numerosi sottarchi trasversali ancora in sito.
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Durante gli anni 70, allo scopo di liberare le arcate del lato meridionale del chiostro, è stata completamente demolita la muratura che le inglobava. Sorte analoga è stata riservata a tutti gli spiccati del secondo livello degli edifici in esame, abbattuti per realizzare un solaio in putrelle e tavelloni.
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Il corpo di fabbrica a «L» che ospitava il monastero maschile è stato radicalmente trasformato dagli interventi che in questi mesi si vanno completando. Nella ricostruzione della sua ala occidentale si
è fatto ricorso per la muratura esterna ad una superficie analoga all’originaria, mentre per l’interna ad una parete rivestita con lastre di pietra squadrate, arretrate rispetto al vecchio filo. Nel primo caso, si è operata una grossolana falsificazione, nel secondo l’arretramento del nuovo materiale – criterio frequentemente adottato in campo archeologico – appare incomprensibile dal momento che le parti apparentemente superstiti sono state, in realtà, anch’esse ripristinate.
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Il monastero maschile è ora interamente occupato da due scale, fra loro ortogonali, costituite ciascuna da due rampe parallele, che conducono ad un belvedere collocato nell’angolo sud-ovest. Le invasive strutture ascensionali hanno determinato la distruzione del suo interno, trasformato quasi interamente in uno spazio di risulta (19).
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Tra i ruderi della chiesa grande sono stati rifatti, all’interno un pavimento in cotto e, innanzi al portico, la scala a doppia rampa della facciata, cancellando i resti dell’opera delineata dal Vaccaro, caratterizzata da una diversa curvatura. Il cortile è stato pavimentato con un acciottolato irregolare.
Luigi Guerriero –Vandalismi e restauri in Irpinia: l’Abbazia di S.Guglielmo al Goleto- in Napoli Nobilissima, vol XXIX – Fasc. V-VI – set. dic. 1990; Arte Tipografica Napoli