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abbazia del goleto 06 | La CAPPELLA di SAN LUCA

abbazia del goleto 06 | La CAPPELLA di SAN LUCA

6.   La CAPPELLA di SAN LUCA

uno dei monumenti più preziosi dell’Italia Meridionale

 Si raggiunge dallo scalone in pietra che ha come corrimano un lungo serpente con un pomo in bocca. Sul magnifico portale d’ingresso alcune incisioni ricordano che la chiesa fu fatta costruire dalle badesse per accogliere le spoglie di San Luca evangelista. È il gioiello dell’Abbazia.

Forme artistiche diverse, che riportano influenze gotiche, pugliesi, cistercensi, federiciane, irpino-sannitiche, danno vita ad una sobria e luminosa architettura facendo della Cappella di San Luca uno dei monumenti più preziosi dell’Italia Meridionale.

Emile BERTAUX (1879-1917), autore della monumentale “L’art dans l’Italie mèridionale” (Parigi 1904), fu il primo a stabilire un rapporto di continuità tra il federiciano CASTEL del MONTE (iniziato nel 1240) e la Chiesa Superiore o Cappella di San Luca (ultimata nel 1255) dell’Abbazia del Goleto; e tra questa e l’Hotel Dieu di REIMS in Francia, sottolineando la valenza artistica europea del complesso monastico del Goleto.   

 En

6. THE CHAPEL of SAINT LUKE

One of the most precious monuments in Southern Italy

It can be reached through the stone great staircase which has as a handrail a long snake with an apple in its mouth. On the magnificent portal of entry some engravings remind that the abbesses had the church built to receive the mortal remains of Saint Luke the Evangelist. It is the jewel of the Abbey.

Different artistic forms that show gotic, pugliesi, cistercensi, federician, irpino-Samnite influences give life to a sober and bright architecture making the Chapel of Saint Luke one of the most precious monuments in Southern Italy.

Emile BERTAUX (1879-1917), author of the monumental work “L’art dans l’Italie mèridionale” (Paris 1904), was the first to establish a connection of continuity between the federician CASTEL del MONTE (begun in 1240) and the Superior Church or Chapel of Saint Luke, finished in 1255, of the Abbey of Goleto; and between that one and the Hotel Dieu of Reims in France, underlining the artistical European value of the monastic whole of Goleto.

 Fr

6. LA CHAPELLE de S. LUC

Un des monuments les plus précieux de l’Italie Meridionale

On la rejoint par le grand escalier en pierre qui a comme main courante un long serpent avec une pomme dans la bouche. Sur le magnifique portail d’entrée quelques gravures nous rappellent que l’Eglise fut faite construire par les abbesses pour accueillir les dépouilles de S. Luc l’evangeliste. C’est le joyau de l’Abbaye.

De différentes formes artistiques qui rapportent des influences gothiques, des pouilles, cisterciennes, frédériciennes, irpino-samnites, donnent origine à une architecture aux lignes sobres et lumineuses en faisant de la Chapelle de S. Luc un des monuments les plus précieux de l’Italie Meridionale.

Emile BERTAUX (1879 – 1917), auteur de la monumentale “L’art dans l’Italie méridionale” (Paris 1904), fut le premier à établir un rapport de continuité entre le frédéricien CASTEL del MONTE (commencé en 1240) et l’Eglise Supérieure ou Chapelle de S. Luc, achevée en 1255 de l’Abbaye du Goleto et entre celle-ci et l’Hotel Dieu de Reims en France en soulignant la valeur artistique européenne de l’ensemble monastique du Goleto.

 De

6. DIE KAPELLE DES HL. LUKAS

Eine der kostbarsten Denkmäler Süditaliens.

Man erreicht die Kapelle über eine große Steintreppe, die als Handlauf eine lange Schlange mit einem Apfel im Mund hat.

Auf dem wunderschönen Eingangsportal erinnern einige Inschriften an die Äbtissin Marina II, die die Kirche bauen ließ, um die Reliquie des Evangelisten Lukas zu beherbergen. Die Kapelle  ist das Juwel der Abtei.

Verschiedene künstlerische Formen, die den Einfluss gotischer, apulischer, zisterziensischer,  friderizianischer, Irpinischer-Sannitischer Kunst zum Ausdruck bringen,  schaffen eine schlichte und hervorragende Architektur, die die Kapelle des Hl. Lukas zu einem der kostbarsten Denkmäler Süditaliens macht.

Emile BERTAUX (1879–1917), Autor des monumentales Werkes „L’Art dans l’Italie méridionale“ / „Die Kunst in Süditalien“ (Paris 1904), war der erste, der eine fortlaufende Verbindung  zwischen dem friderizianischen CASTEL del MONTE (angefangen im Jahr 1240) und der Oberkirche, der Kapelle des Hl. Lukas -1255 vollendet- mit der Goleto Abtei festgelegt hat, und ebenso zwischen dieser und dem Hotel Dieu in Reims in Frankreich, indem er den europäisch – künstlerischen Wert des monastischen Komplexes des Klosters unterstreicht.

 approfondimenti

I danni del terremoto del 1980

La cappella è di pianta rettangolare (lati interni ml.11,80 e ml. 8,20); lo spessore dei muri è di 80 cm. ca.; l’altezza interna, misurata dal pavimento alla crociera, è  di ml. 6,40. La copertura è composta da sei volte a crociera, ognuna a pianta quadrata che poggiano su dieci semicolonne perimetrali e due colonne centrali; quest’ultime con basamenti di matrice ottagonale. La parete opposta all’ingresso è articolata con due piccole absidi semicircolari costruite in aggetto su mensole in pietra. Eccezionale il portale d’ingresso. Molti i rimandi all’architettura federiciana di Castel del Monte ad Andria; finanche nel bicromatismo delle pietre utilizzate all’interno e sulla facciata d’ingresso.

Notevoli i danni indotti dal terremoto del 1980 : crollo della parte superiore della parete bi-absidale, traslazione e frattura delle crociere e delle volte, inclinazione esterna della parete nord-ovest, scollamento dei rocchi delle colonne.

Analisi e progetto di consolidamento furono affidati alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, al gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Salvatore Di Pasquale in cui vi era anche il Prof. Giacomo Tempesta.

Angelo Verderosa in “relazione illustrativa del progetto definitivo”, 2004

 La descrizione di Emile Bertaux

… “Si sale per una scaletta di pietre alla chiesa superiore, edificata certamente alcuni anni dopo della chiesa inferiore: una graziosa porticina, con un archivolto a sesto acuto poggiato sopra due mensole a forma di capitelli, dà acces­so al primo piano; nel timpano, intorno ad una croce di rilievo assai basso, le cui braccia terminano in gigli gros­solanamente scolpiti, girano iscrizioni importanti che credo d’aver copiate per la prima volta:

 + ANNO MILLENO BIS C SIMVL ET QUADRAGENO SEPTIMO

NC LVCAS (?) VENIT TIBI  LVMINE PLENO PLEBSQVE

DEI GAVDE  VVLTV MERITOQVE SERENO. AMEN.

+ TEMPORE DOMINE MARINE ABBATISSE SECVNDE

HOC OPVS FACTVM EST. A.

MCCL INDIC. XIII.

MVNIAT INTRANTES CRVX HEC DOMINE FAMVLANTE.

La prima di queste tre iscrizioni rimane oscura per­ché due parole, che pure si leggono chiaramente, manca­no di senso. La terza non è altro se non una preghiera relativa alla croce figurata nel timpano della porta. Ma la seconda ci fa conoscere la data precisa del compimento della chiesa di sopra: 1250. L’interno della chiesa è detur­pato da un intonaco di pitture volgari che narrano, in istile del Seicento, la leggenda di San Guglielmo; ma l’architet­tura e la scultura antiche sono intatte.

Come la chiesa di sotto, quella di sopra è formata da due navate divise l’una dall’altra da due pilastri; le due na­vate sono terminate da due absidì gemelle che si sporgo­no al di fuori e sono sostenute ciascuna da tre mensolette. Questa chiesuola del 1250 è davvero un gioiello di svel­tezza e di felici proporzioni; ed insiememente essa dà l’im­pressione d’un’architettura del tutto diversa dell’archi­tettura pugliese che si riconosce nella chiesa inferiore. La disposizione delle due chiese, l’una sopra l’altra, si potrebbe ritrovare in una cappella sconosciuta vicino a Squillace, in Calabria, coperta anch’essa di volte a cordoncini, ma molto più grossolana. Davvero per la chiesa superiore del Goleto non conosco nell’Italia Meridionale se non un so­lo confronto”.

 … “Ora basterà ricordarsi che Castel del Monte fu comin­ciato nel 1240 e che la chiesa superiore del Goleto fu ter­minata nel 1250 per capir subito, dal duplice confronto dello stile e delle date, come il Castello e la chiesa appar­tengano alla stessa scuola artistica, e per non meravigliar­si se San Guglielmo del Goleto somigli talmente ad un edificio di Reims, in Francia”.

Emile Bertaux in “L’art dans l’Italie méridionale”, Parigi 1904

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