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Meglio la Ferrovia che una pista ciclabile

Meglio la Ferrovia che una pista ciclabile

NO ALLA PISTA CICLABILE SULLA STORICA FERROVIA

comunicato stampa 11.2.2013

Come vogliamo fare turismo in Irpinia ? Con le biciclette ? Al Consiglio Provinciale vogliono replicare l’esperienza di De Magistris a Napoli ? O vogliono rivedere –coscientemente- le loro scelte espresse con l’adozione del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) il 27 di dicembre scorso ?

Come associazioni territoriali irpine chiediamo ai consiglieri provinciali –già nella seduta di oggi 12 febbraio 2013 al  carcere borbonico- di annullare in toto l’indicazione di priorità strategica data nel PTCP alla trasformazione della storica ferrovia Avellino-Rocchetta in pista asfaltata ciclabile.  Crediamo fermamente che il turismo in Irpinia debba iniziare –almeno nella contingenza e con la scarsità di fondi regionali- da una buona segnaletica stradale… Molti monumenti –l’Abbazia del Goleto, S.Francesco a Folloni, i borghi medioevali, il castello di Taurasi, il castello di Quaglietta ad esempio- non sono segnalati in alcun modo. Perché buttare 50 mln. di euro (tanto costerebbe in realtà la greenway ideata dal Prof. Mangoni e dai co-progettisti del PTCP) per un idea senza ritorno economico né turistico ?

Riguardo la Ferrovia, considerato che è sospesa e non dismessa come erroneamente riportato nel PTCP, chiediamo che venga riattrezzata sia come trasporto viaggiatori che come ferrovia turistica nel fine settimana. Già nelle condizioni attuali è possibile raggiungere in 55 minuti Avellino da Lioni facendo concorrenza agli autobus, ormai sempre più lenti e affollati. L’obiettivo è raggiungere l’alta velocità nei nodi di Benevento e Salerno, via Avellino, lasciando la macchina a casa, così come avviene in ogni nazione ecologica ed europea.

Nei Piccoli Paesi non vogliamo restare cittadini di serie ‘B’.

ARTICOLI CORRELATI  e RASSEGNA STAMPA completa, clicca QUI

TESTO delle ‘osservazioni’ presentate al Consiglio Provinciale di Avellino, scorrere a fine post, dopo gli articoli stampa

comunicato stampa 5.2.2013

La green-way è un’idea campata in aria; il turismo in Irpinia ha ben altre priorità. Questa la conclusione del convegno tenuto stamane ad Avellino dove è intervenuto con posizione fortemente critica l’Arch. Angelo Verderosa.

Un’idea balzana, pensata nell’Università di Napoli e senza alcun confronto preventivo col territorio irpino,  che ha trovato purtroppo riscontro con l’approvazione incondizionata da parte del Consiglio Provinciale del Piano territoriale di Coordinamento a fine dicembre 2012.
Sono bastate 6 righe a pagina 41 della relazione di piano per dare assoluta priorità alla trasformazione della storica ferrovia Avellino-Rocchetta in pista ciclabile nella programmazione provinciale.
All’intervento illustrativo del coordinatore, Prof. Mangoni dell’Università di Napoli (ma nel gruppo di lavoro molti professionisti irpini e dell’amministrazione provinciale)  ha fatto seguito l’intervento dell’Arch. Angelo Verderosa che ha espresso la posizione delle tante associazioni e aziende del territorio quali In_Loco Motivi, Piccoli Paesi, Stati Generali dell’Alta Irpinia, Legambiente, IrpiniaTurismo, Associazione Lucana onlus La Strada dei Fiori, Comitato Avellino Capoluogo e altre adesioni che man mano si sono aggiunte tra facebook, Twitter e Blog. Una posizione netta e contraria alla trasformazione della storica ferrovia in pista ciclabile; basta con lo spreco insensato di denari pubblici per idee che non produzono effetti benefici sul territorio e infine rovinano un bene storico e paesaggistico da tutelare come la Ferrovia.
Le associazioni hanno fatto un po’ di conti ipotizzando una spesa minima di 100 euro per mq. di ferrovia trasformata (scavi, massicciate, asfalto, segnaletica, ringhiere di protezione; per una larghezza media della banchina di 5 ml. fanno 500 euro a ml.; per un chilometro (1000 metri) ci vogliono 500.000 euro di lavori; per i 70 km. della tratta provinciale ci vogliono quindi 35 milioni di euro solo per lavori a cui aggiungere iva, spese tecniche e sicurezza per altri 15 mln. di euro e per un totale, salvo imprevisti, di 50 milioni di euro. A questi bisognerebbe sommare il 6% annuo di manutenzione, quindi circa 300.000 euro pari a quasi il costo della manutenzione occorrente per far circolare i treni. Che dire poi del valore della storica ferrovia, autentica opera d’arte d’inserimento mirabile nel paesaggio, di valore strategico militare ed economico. Anche su questo si sono soffermate le associazioni con una stima del valore attuale dello stato di consistenza della ferrovia in circa 900 mln. di euro, cioè la ferrovia così com’è vale circa un miliardo di euro, una vera finanziaria. In conclusione, a fronte di questo valore si può mai sostenere una spesa così ingente per asfaltarne i binari ? Ma per quali ciclisti ? Con quali ritorni economici e turistici ?

La controproposta al settore turistico provinciale e regionale, in sala il vicepresidente Giuseppe De Mita e i sindaci di Bisaccia, Calabritto e Taurasi : scegliere una rete di strade rurali a farne piste ciclabili e pedonali protette. In Irpinia ce ne sono per 2.500 km.
“Si potrebbe iniziare dal ‘Cammino di Guglielmo’, partendo dal Santuario di Montevergine, fino a Montella a S.Francesco a Folloni, proseguire per il Laceno, l’Abbazia del Goleto fino a S.Maria di Pierno, ultimo monastero fondato dal pellegrino Guglielmo in prossimità di San Fele”.
Appuntamento per le associazioni e i comitati con il pool di imprenditori che hanno mostrato interesse per un auto-gestione della tratta sia per uso passeggeri che turistici: l’appuntamento è rinviato dopo la tornata elettorale e si terrà presso la sala riunioni del Tribunale di sant’Angelo dei Lombardi.

 

 

 

 

NO alla trasformazione della storica ferrovia Avellino-Rocchetta in una green-way

PARTECIPAZIONE delegazione al Convegno sui Borghi dell’Irpinia del 5.2.2013

OSSERVAZIONI al PTCP adottato dalla Provincia di Avellino in data 27.12.2012

 

Ai consiglieri provinciali della Provincia di Avellino

Al progettista del PTCP Prof. Fabrizio Mangoni

p.c.         Ai consiglieri regionali della Regione Campania

Ai rappresentanti parlamentari della Provincia di Avellino

 

Le sottoscritte associazioni territoriali irpine, riunite in data 1.2.2013 a Montella, presa visione delle ultime variazioni riportate nel PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), adottato dalla Giunta Provinciale con delibera n.184 del 27.01.2013,  riguardanti la storica tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta S.A., che “propone la riconversione come Greenway della Ferrovia dismessa Avellino – Rocchetta Sant’Antonio, a partire dal tratto che ricade interamente nella Provincia di Avellino. Si tratta di un’infrastruttura di notevole importanza ai fini turistici interamente collocata all’interno del corridoio ecologico principale del provinciale e che si sviluppa su un tracciato prevalentemente lontano dagli abitati e circondato da contesti ambientali di notevole bellezza”, osservano quanto segue:

  1. La ferrovia Avellino – Rocchetta S.A. è attualmente una ferrovia “sospesa” e non “dismessa”, come riporta il PTCP, ovvero è stato interrotto il servizio ma l’infrastruttura è totalmente funzionante. La proprietà è di RFI e non si può cambiarne la destinazione d’uso o dismetterla a piacimento da parte di un ente pubblico o privato senza l’approvazione della stessa RFI.
  2. Nell’ambito del PTCP, si parla dell’Avellino-Rocchetta S.A. come di un’ “infrastruttura di notevole importanza ai fini turistici”, se questo è vero non si capisce perché la si voglia riconvertire in pista ciclabile.
  3. Sempre nel PTCP, si considera l’importanza di tale infrastruttura nell’ambito del corridoio ecologico principale provinciale proponendo la riconversione della stessa in una Greenway, quando nei fatti la tratta è già una greenway (strada verde), per i seguenti motivi:
    1. L’uso della mezzo ferrovia riduce sensibilmente quello delle autovetture, anche solo nell’ambito dell’uso turistico.
    2. Il mezzo treno, attualmente diesel, potrebbe essere riconvertito in mezzo ecologico, diminuendo ulteriormente, se non eliminando totalmente, le emissioni di polveri sottili e l’inquinamento dato dalla combustione (si consideri comunque che un treno ha emissioni notevolmente già più basse rispetto a quelle che si sommano per l’elevato numero di autovetture che verrebbero utilizzate in alternativa ad esso).
    3. Convertirlo in pista ciclabile non elimina le autovetture private che vengono utilizzate dai numerosissimi turisti che ogni fine settimana decidono di visitare queste zone.
    4. Esiste già una notevole rete di percorsi naturalistici ciclabili e pedonali nel territorio irpino che non giustifica l’inserimento di un’ulteriore percorso peraltro complesso in diversi punti come quello collinare delle zone delle DOCG e quello montano dell’area del parco dei monti picentini. A questo punto si potrebbe pensare piuttosto a mettere in sicurezza tratturi e strade interne dell’Irpinia se si volesse maggiorare la dotazione di piste ciclabili e sentieri naturalistici in generale.
  4. La tratta Avellino-Rocchetta S.A., comprensiva delle stazioni, dei ponti, dei binari e di tutti gli elementi e opere d’arte che costituiscono tale infrastruttura, considerata nel suo complesso e completo disegno e percorso originario, costituisce un bene storico-architettonico-paesaggistico di valore inestimabile e come tale va salvaguardato in ogni parte che la compone. Sarebbe una perdita gravissima la dismissione della tratta. Si è più volte segnalato alla Soprintendenza competente l’opportunità dell’apposizione del vincolo.
  5. L’idea della greenway, di per sé non errata in toto, non può essere sposata ovunque. Esistono sicuramente buoni esempi di greenway, in Italia come in Europa, ma spesso si parla di vecchissimi tratti di ferrovie, dismessi quindi da molti anni e per lo più di brevi lunghezze. Nel caso della Avellino-Rocchetta si parla di quasi 120 km, distesi su tutto il territorio irpino, assai variegato. Si tratterebbe quindi di spezzettare l’infrastruttura, domandandosi cosa si possa fare dei tratti di ferrovia eventualmente non dedicati alla greenway. Ci sono inoltre vincoli architettonici e orografici che impediscono l’uso della bicicletta in sicurezza su molti tratti ferroviari, soprattutto nel tratto San Mango-Nusco : pendenze elevate, gallerie lunghe diversi km., viadotti, tratti a mezza costa, su pendii scoscesi. Abbiamo calcolato che mettere in sicurezza tali tratti, illuminarli, coprire i binari con asfalto o cemento per farne una pista, fare un progetto esecutivo, richiederebbe spese pari a quelle di 10 anni di gestione dell’attuale tratta così com’è.
  6. La greenway è quindi, per infrastrutture come la ferrovia, l’ultimissima spiaggia per la salvaguardia di un percorso storico e di un particolare tipo di paesaggio, ma questa, come ricorda anche il DDL in presentazione da parte di Co.Mo.Do., può essere una soluzione a patto che, quando ancora sussista l’infrastruttura e tutte le sue opere d’arte, queste non siano messe in alcun modo in pericolo, ma anzi salvaguardate ulteriormente. Come intende procedere il progetto greenway sull’Avellino-Rocchetta a riguardo?

Per questi motivi, le associazioni propongono :

  1. La dichiarazione di interesse storico-architettonico-paesaggistico dell’intera tratta ferroviaria, poiché la decisione di trasformarla in greenway metterebbe a serio rischio la salvaguardia delle componenti l’infrastruttura e, nell’ottica della sostenibilità e della tutela ambientale e del paesaggio, non possiamo permettere che nostre decisioni oggi comportino perdite per le generazioni future, cosa che si verificherà trasformando in pista ciclabile, non riconvertibile nuovamente in linea ferroviaria, un’infrastruttura così importante che oggi miopi visioni politiche non riescono a cogliere ma che potrebbe essere così considerata in futuro.
  2. L’uso della ferrovia a fini turistici e di trasporto passeggeri, eliminando le piccole fermate intermedie, con la programmazione di corse feriali veloci tra le stazioni di Avellino, Montella, Lioni, Calitri e Rocchetta S.A. Così facendo si ridurrebbero i tempi di percorrenza consentendo i medesimi tempi impiegati da una autovettura privata. Obiettivo : un’ora da Lioni (mezzeria della tratta) sia per Avellino che per Rocchetta. Le fermate nelle stazioni suddette sarebbero funzionali all’utilizzo di ulteriori mezzi di trasporto per muoversi agevolmente nel resto del territorio, sono infatti limitrofe ad autostazioni. Durante i giorni festivi l’orario potrebbe essere corredato da corse “più lente” a fini esclusivamente turistici, reinserendo fermate alle stazioni corrispondenti a borghi storici di interesse culturale e a percorsi naturalistici già presenti nel territorio (Sorbo Serpico, Taurasi, Montefalcione, Castelfranci, Bagnoli, Nusco, Conza-Cairano, ecc.)
  3. Favorire una collaborazione logistica ed economica tra pubblico e privati; questi ultimi, in particolare, in diverse occasioni hanno mostrato il loro interesse a investire sulla tratta sia dal punto di vista turistico che meramente trasportistico. Considerata non solo la presenza di borghi storici e delle diverse bellezze presenti in Irpinia, ma anche la presenza di aziende e scuole, la ferrovia potrebbe, se usata nel modo illustrato al punto uno, essere un ottimo mezzo integrato alla gomma, sia per raggiungere luoghi di interesse turistico che posti di lavoro e commerciali.   _ _ _ I privati interessati all’ auto-gestione della tratta (con comodato d’uso di almeno un vettore) si sono dati appuntamento, unitamente ai sottoscritti, in data 20 febbraio 2013 presso la sala riunioni del Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi.  I destinatari della presente sono invitati ad intervenire.
  4. 4.     La presente è inviata al Consiglio Provinciale di Avellino, quale documento contenente osservazioni al PTCP.

Montella (Av), 1.2. 2013

Rappresentanti delle Associazioni e aziende firmatarie :

In_Loco Motivi, capogruppo   firmato Pietro Mitrione

Comitato STL Irpinia

Legambiente Av

Piccoli Paesi

Stati Generali dell’Alta Irpinia

Irpinia Turismo srlcr

 

 

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