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Nella Diocesi di Teano, per la chiesa di S.Paride un concorso taroccato, una commissione inesistente, la CEI all’oscuro di tutto così come il Vescovo; una vera e propria truffa. Vanificati mesi di impegno, lavoro e spese per gli architetti di Verderosa studio, per l’artista Giovanni Spiniello e per il liturgista Antonio Savino. Il team guidato da Angelo Verderosa ha elaborato un progetto di altissimo profilo architettonico e liturgico. Rimane l’amarezza per la truffa subita. Rimane il marchio di infamia sulla Diocesi organizzatrice del concorso.
Il progetto mira ad uno stretto rapporto con l’ambiente urbano nel quale si inserisce. L’area di intervento è caratterizzata dai segni di un bel paesaggio naturale, tipico dell’entroterra appenninico campano-laziale. Un luogo di cerniera tra il centro storico a monte e il borgo ferroviario a valle. Il progetto tende a stabilire una sintonia tra le parti naturali e quelle costruite, realizzando un nuovo spazio urbano, un segno di unione tra l’abitato di Teano e quello della frazione Scalo. Il complesso parrocchiale nasce dalle relazioni geometriche e visive che stabilisce con la Cattedrale-sede del Magistero episcopale- e con l’antica Basilica di San Paride ‘ad Fontem’- luogo fondante della chiesa sidicina. La definizione del nuovo edificio sacro è ancorata a due direttrici: la prima proviene dalla Cattedrale, la seconda dalla Basilica. Nel luogo d’incontro dei due assi, nasce la nuova chiesa. Nel baricentro dell’area, è collocata la cappella eucaristica. La comunione simbolica e spaziale della nuova composizione con gli antichi luoghi sacri è volontà di radicamento del nuovo nell’antico; è la ricerca e la riaffermazione della memoria delle origini cristiane legate al primo vescovo e patrono della città. La comunione visiva con la chiesa originaria è affermata da una vasta vetrata che guarda ‘ad Fontem’ e dalla quale entra la luce mattutina da Oriente.