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Restauro e adeguamento funzionale del Castello di Taurasi

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Il progetto ha contemperato le complicate istanze di conservazione del Castello, ricco di ritrovamenti archeologici e legato alle vicende del madrigalista Carlo Gesualdo Principe di Venosa, con esigenze di riuso contemporaneo come l’enoteca regionale. Laboratori olfattivi, sale espositive e museali sono concatenate con spazi dedicati al vino docg principe della Campania, il Taurasi. Una serie di passerelle metalliche e di rampe e di scale, in acciaio, legno e cristallo, sollevate rispetto agli strati archeologici, donano una percezione emozionale degli spazi recuperati.

Un recupero meticoloso di un bene storico e architettonico ricco di stratigrafie archeologiche risalenti all’epoca sannitica. Baluardo di pietra, in posizione di presidio della media Valle del Calore, armatura del nucleo antico di Taurasi. Negli scavi dei locali ipogei le tracce della lavorazione enologica locale. Interessato dagli effetti sismici del terremoto del 1980 e compromesso dal maldestro consolidamento effettuato fino al 1990; è stato necessario rimuovere preventivamente le reti elettrosaldate e le camicie cementizie aggrappate a tondini già consumati dalla ruggine. Acquisito solo nel 2001, su iniziativa della Comunità Montana Terminio-Cervialto (Presidente Di Iorio / RUP Chiaradonna), oggi bene comunale e sede dell’enoteca campana del DOCG Taurasi. Gli arredi mobili barocchi finto-antichi e le manomissioni impiantistiche sono postumi ai collaudi. Angelo Verderosa, responsabile della progettazione e direttore dei lavori per architettura e restauri / Massimo Pica Ciamarra coordinatore.

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I Borghi della Terminio-Cervialto (pubblicazione per la BIT Milano 2006)

Tre tipi di energie per l’antico Castello di Taurasi, di Massimo Pica Ciamarra

Uno spaccato di cantiere, descrizione romanzata di Angelo Verderosa

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