Il progetto prevede il restauro e adeguamento funzionale del Complesso immobiliare delle Suore Stigmatine con ipotesi di riuso per finalità di ricettività turistica nell’ambito del P.I.T. Borgo Terminio-Cervialto.
Il progetto preliminare del 1° lotto, prevede la rifunzionalizzazione degli ambienti esistenti, concessi in comodato d’uso al Comune di Nusco, attraverso interventi di consolidamento strutturale e adeguamento alla normativa sismica, rifacimento dei sistemi tecnologici, realizzazione delle finiture, con destinazione ricettiva per il turismo culturale, congressuale e/o connesso alla didattica scientifica.
Nella parte confinante con Via Dietro Le Mura si prevedono, al piano terra, sala ristoro, sala lettura e multimediale, sala per convegni e/o incontri a carattere culturale -divulgativo o scientifico (stage, corsi di perfezionamento, master, ecc…), servizi igienici per il pubblico; al piano superiore, camere con servizi per la breve e media permanenza.
In interrato locali tecnologici e depositi.
Il testo continua dopo le immagini.
Il Complesso delle Stigmatine
tratto da ”STIGMATINE ADDIO”, Nino Juliano su Altirpinia, sett. 2002
“Dai primi di settembre Nusco è ancora più povera. Ha perduto una delle sue ultime centenarie istituzioni a cui era molto legata. Le suore stigmatine hanno chiuso definitivamente il loro istituto e sono andate via. A nulla sono valsi gli interventi delle autorità civili e religiose, sollecitate da un comitato di cittadini sensibili alla presenza e alla permanenza delle suore nella comunità nuscana.
Erano giunte a Nusco il 5 giugno 1859, chiamate dal vescovo Michele Adinolfi. Questi comprò, a sue spese, un palazzo nei pressi della chiesetta S. Maria Vetere e dopo averlo fatto restaurare, sempre con suo denaro, lo trasformò in monastero e lo mise a disposizione della benemerita Congregazione.
Vivevano in carità. Molti non più giovani le ricordano aggirarsi per le strade di Nusco e per le campagne “…cinte con dura fune il lungo abito di rozza e pesante lana, scalze il piede e tutte in sé raccolte, vereconde, umili, modeste e bussare ai palagi ricchi ed ai negletti abituri dei poveri, attaccando per sostenere sua vita e per sovvenire, colla elemosina raccolta, a fanciulle derelitte. Bisognose di pane e, più ancora di educazione e di istruzione”.
Ad accompagnarle a Nusco, fu allora, la madre generale Anna Lapini; una vedova fiorentina, dal cui cuore sgorgò l’idea della pia fondazione dell’Istituto delle povere Figlie delle Sacre Stimmate di San Francesco, che si trovò ad Avellino per l’inaugurazione dell’orfanotrofio femminile della città. In questi decenni di permanenza a Nusco le suore hanno saputo acquistarsi più di qualche merito. La loro casa è stata sempre aperta per alleviare per alleviare sofferenze e povertà di ogni genere. In silenzio ed umiltà hanno lavorato e pregato per la popolazione tutta. Hanno gestito, fino agli anni settanta, un asilo misto per bambini più piccoli, il doposcuola e la scuola di ricamo e cucito per giovanette esterne. Presso il loro istituto i bambini venivano preparati a ricevere la prima Comunione. Con l’istituzione del Patronato scolastico gestirono la mensa per gli alunni delle famiglie meno abbienti. Era affidata a suor Gaetana che a differenza di quello che oggi succede nella scuola, da sola pensava a tutto, e merita di essere ricordata per i suoi 98 anni passati, in buona parte, al servizio della comunità. Le suore non si sono mai fermate nella loro opera, né si sono mai scoraggiate di fronte alla fatica, in specie per la gestione di un frequentatissimo orfanotrofio maschile, voluto dall’ENAOLI, per l’accoglienza dei figli dei lavoratori deceduti.
Fu aperto il 15 giugno 1953 e fu il secondo in Irpinia, dopo quello femminile di Ariano, contando presenze che andarono ben oltre il centinaio. Sono state al servizio della parrocchia e molto vicine ai bisogni dei poveri e delle persone sole, in modo particolare nei duri periodi delle guerre. A loro, e più precisamente alla madre suor Giacinta Corbara, si deve la nascita della casa “A. Lapini” che in via Madonna delle Grazie accoglie e cura i portatori di Handicap gravi.
I loro meriti sono stati ricordati in chiesa dal parroco don Dino Tisato, durante la veglia di preghiera organizzata per salutarle e rigraziarle del bene fatto e che continueranno a fare con spirito di sacrificio. “Le suore stimmatine sono ancora come le volle la sua fondatrice – ha detto don Dino – fanno il bene con la convinzione di fare una cosa comune, si sacrificano senza vanto, prendono e accettano le cose così come vanno e soprattutto son pronte ad andare dove le mandano, magari piangendo ma vanno”.
Così come stanno facendo in questo momento suor Isabella e suor Vittoria, le ultime consorelle residenti a Nusco”.