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copertina Gd'A ott.09 per scaricare la pubblicazione originale cliccare sul link seguente  (10 Mb) 1 giornale 077 GDARCH@016-17 angelo verderosa abbazia del goleto Il Giornale dell’Architettura / Allemandi Editore  Anno 8  n.77  Ottobre 2009 _ _ _ Il progetto del mese / Restauro dell’Abbazia del Goleto in Irpinia Un luogo di spiritualità ritrovato, nel cuore dell’Irpinia ferito dal terremoto del 1980 _ _ _ di  Diego Lama L’abbazia del Goleto si trova in Alta Irpinia, alle sorgenti dell’Ofanto, in un territorio da sempre attraversato da transumanze, pellegrinaggi, scambi commerciali tra il Tirreno e l’Adriatico, tra l’antica Picentia, avamposto degli Etruschi, e il santuario longobardo dell’Arcangelo Michele nel golfo di Manfredonia. La zona del Goleto però è anche una «terra inquieta»: dal 1694 al 1980 sono stati più di sette i terremoti distruttivi che hanno lacerato la regione. Uno dei più devastanti fu proprio l’ultimo, quello del 23 novembre, al quale seguì la ricostruzione. Ricostruzione che - in alcuni casi, forse per la fretta, forse per la voglia di speculare, per la cattiva gestione, per il desiderio di sperimentare degli architetti - si trasformò in un nuovo atto di devastazione. In quegli anni sembrò che amministratori, politici, architetti provassero vergogna nei confronti delle macerie crollate in strada e perciò, invece di ridare loro dignità, si preferì far piazza pulita, cancellare: ricostruire. Fortuna volle che gli abitanti, inseguendo il miraggio della villetta autonoma, abbandonarono i centri storici, preservandoli intatti fino a oggi.

Il recupero dell'architettura e del paesaggio in Irpinia, Manuale delle tecniche di intervento (a cura di Angelo Verderosa) De Angelis Editore, Avellino 2005 PREFAZIONE,  Massimo Pica Ciamarra architetto - Università di Napoli "Federico II", Facoltà di Architettura    _   Non amo i "manuali", cioè i testi che, con l'obiettivo di condensare informazioni e ridurre conoscenze e processi operativi a semplificazione massima, di fatto avvalorano banalizzazioni. Soprattutto non amo i "manuali" che invadono questioni del progettare e del costruire: queste, se certamente si alimentano di stratificazioni ed esperienze, non possono essere affrontate senza la piena coscienza che ogni atto costruttivo di per sé è un unicum, per come interpreta il contesto culturale, socio-economico, spaziale ed a-spaziale dove si immerge.